Marrazzo/ Tutta la verità sul festino coca e trans
Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli hanno sentito come persona informata sui fatti il transessuale di nome Jennifer legato a Gianguarino Cafasso
Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli hanno sentito come persona informata sui fatti il transessuale di nome Jennifer legato a Gianguarino Cafasso, l'uomo indicato dai quattro carabinieri arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul tentativo di ricatto a Piero Marrazzo come colui che avrebbe dato loro il video da mettere in giro nella speranza di incassare un bel po' di soldi.
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L'audizione del trans si è resa necessaria anche per accertare se corrispondono al vero le dichiarazioni dei militari 'infedeli' sull'autore del filmato: Cafasso non puo' piu' difendersi perché è morto due mesi fa per un arresto cardiaco anche se la procura ha disposto una serie di accertamenti sul suo decesso. Una morte ufficialmente attribuita a una overdose da cocaina alla presenza di Jennifer, che avrebbe condiviso per alcune settimane con il pusher una stanza in un albergo sulla via Salaria.
Natalie
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Per Jennifer, senza permesso di soggiorno come un altro transessuale coinvolto nella vicenda, Natalie, gli inquirenti non hanno chiesto al Viminale che gli venga attribuito la patente di testimone di giustizia. Condizione, questa, che gli avrebbe permesso di restare in Italia, dove invece non potrà rimanere all'esito dell'udienza per direttissima che si è tenuta nei suoi confronti proprio in relazione al suo stato di clandestinità.
SPUNTA UN QUINTO CARABINIERE. Ha negato di aver preso parte al tentativo di ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Piero Marazzo, asserendo inoltre di non sapere nulla del video "incriminato". Così il quinto carabiniere indagato nell'ambito di questa vicenda, il 42enne Donato D'Autilia, interrogato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli.
Secondo l'accusa, il militare è accusato di ricettazione per aver messo a disposizione il suo appartamento per far visionare il video ai possibili acquirenti, perquisendo le persone prima di farle entrare. Stando a quanto riferito dal legale del militare, l'indagato davanti ai magistrati ha reso dichiarazioni spontanee in merito ai suoi rapporti con i carabinieri arrestati, che conoscerebbe da tempo per aver lavorato per un periodo insieme. Rapporti che si sarebbero interrotti nel 2006. In quell'anno il militare fu coinvolto in un'indagine per pedofilia, denominata "Fiori nel fango 2". Tale indagine, per quanto concerne la sua posizione, non è ancora chiusa.
3 CC NON RISPONDONO A PM: ALTRO RESPINGE ACCUSE. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere tre dei quattro carabinieri "infedeli" arrestati nell'ambito di questa inchiesta. Era infatti previsto un nuovo interrogatorio da parte del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli dei tre militari, Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Nicola Testini, tutti detenuti nel carcere di Regina Coeli e assistiti dall'avvocato Marina Lo Faro. Nessuna nuova audizione invece per il momento per il quarto militare, Nicola Tamburrino, anche lui in carcere, ma accusato solo di aver cercato di vendere il video dell'incontro intimo avuto il tre luglio da Marrazzo. Per mercoledì è prevista l'udienza davanti ai giudici del tribunale del Riesame chiamati a pronunciarsi sull'istanza di annullamento della convalida dell'arresto o di revoca della misura cautelare.
ANGELUCCI RIBADISCE ESTRANEITA' AI FATTI. Giampaolo Angelucci ribadisce e conferma di non aver mai conosciuto, incontrato o parlato con la Signora Carmen Masi e di non aver mai preso visione del filmato che riguarda l'ex Governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Si riserva, a tal proposito, di agire in ogni sede a tutela della propria immagine e dei propri diritti. E' quanto si legge in una nota della Tosinvest.
La trans Natalia
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